Canapa e Anidride carbonica: lotta al cambiamento climatico

La lotta al cambiamento climatico interessa tutti noi ed è iniziata nel 1992 grazie ad un trattato internazionale firmato da vari paesi del mondo, conosciuto nello specifico come Accordi di Rio, in quanto tenutosi a Rio de Janeiro (il nome completo è Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), ma cosa c’entra la Canapa e Anidride carbonica in tutto questo discorso? Ecco, nell’articolo odierno parleremo di come questa pianta si può rivelare il perfetto alleato per assicurare il futuro del pianeta.

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La Canapa: alleata nella lotta contro il cambiamento climatico

 

Vari ricercatori scientifici hanno confermato che la pianta di canapa è il doppio efficace nell’assorbire e frenare il diossido di carbonio, se paragonato agli alberi; tra l’altro, ha una crescita talmente rapida che in solo cento giorni può arrivare fino a quattro metri di altezza (come dimostrato dai ricercatori dell’Università di York). Interessante no? Indaghiamo di più a riguardo.

Canapa e anidride carbonica: può essere la soluzione?

La maggioranza dei governi del mondo parlano dell’importanza di fare qualcosa, ad esempio, stabilire delle leggi e stilare dei piani, per ridurre le conseguenze del riscaldamento globale.

Però in quasi tutti i dibattiti sul tema pochi parlano del potenziale nascosto della canapa nel contrastare cambiamento climatico

Forse perché questa controversa pianta è ancora un tema tabù per molti governi proibizionisti nei confronti della canapa sativa, o perché sono ignari dei benefici della cannabis nel frenare il problema dell’inquinamento atmosferico che viviamo attualmente.

Riduzione biossido di carbonio

Addirittura, il potere della pianta nell’assorbire CO2 è tale che con appena 1 ettaro di piantagione di canapa si possono catturare fino a 22 tonnellate di diossido ogni anno; sorprendentemente più di quanto può essere efficace una intera foresta (che può assorbire fino a 6 tonnellate di carbonio atmosferico per ogni ettaro coltivato di canapa).

A riguardo, il governo dell’Australia sta considerando seriamente di puntare sulla coltivazione della canapa industriale come uno strumento ideale per la riduzione biossido di carbonio

E così dovrebbe fare il resto dei governi mondiali, per iniziare a creare un vero cambiamento a favore del pianeta.

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Al contrario dell’Australia, invece, il governo della Gran Bretagna deve ancora fare dei passi in avanti per arrivare a quel livello, giacché ancora la coltivazione della canapa industriale è sotto regolamentazione, in quanto considerata come una droga controllata, per cui si ha bisogno di una licenza emessa dal Ministero degli Interni britannici.

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Diossido di carbonio e fibre di canapa

Come detto in precedenza, un ettaro di piantagione di canapa industriale può arrivare ad assorbire dalle otto alle ventidue tonnellate di CO2, il quale viene fissato in modo permanente nelle fibre di canapa, che tra l’altro, possono essere utilizzate in altri settori che spaziano dall’industria del tessile canapa alla edilizia. 

Curiosamente in Germania, la nota industria automobilista BMW attualmente sta rimpiazzando certi componenti plastici nella fabbricazione delle macchine grazie all’impiego alternativo delle fibre di canapa, appoggiando la sostenibilità attraverso le risorse naturali e riducendo non solo il peso delle macchine (fino a un 50% in confronto ai materiali convenzionali) ma anche il consumo di energia dalle vetture dove le fibre canapa vengono incorporate.

Oltretutto, c’è da considerare la canapa come biomateriale negativo al carbonio che può essere utilizzato nell’edilizia (come isolante termico acustico e nella produzione di mattoni di canapa, ecc.).

Come se non bastasse, già dalla coltivazione della canapa legale si possono subito osservare degli effetti positivi sull’ambiente (ad esempio, la coltura richiede meno acqua, il che si traduce in un sostanziale risparmio idrico).

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Quindi, una pianta così millenaria come la canapa non è da sottovalutare, sia perché racchiude in sé un ampio spettro di utilizzi ma anche come un’alleata indiscutibile nella lotta contro il cambiamento climatico, per via del rapporto canapa e anidride carbonica grazie al fatto che le sue fibre possono bloccare il CO2, e in più fornire altri impieghi in vari settori. Chissà se l’Italia e il resto dell’Europa decideranno di seguire l’esempio dell’Australia per contrastare l’inquinamento atmosferico.

Oasi della Canapa, La Redazione

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