Il cannabigerolo, ovvero CBG, è uno dei componenti cannabinoidi della canapa sativa. Se ben sappiamo che uno dei più conosciuti è il CBD cannabidiolo e il THC tetraidrocannabinolo, negli ultimi anni c’è stato un maggior interesse verso i potenziali benefici del CBG.

Il precursore dei cannabinoidi
La continua ricerca scientifica sui cannabinoidi ha fatto emergere altri componenti della canapa che risaltano oltre al THC e CBD, di preciso il CBG grazie alle ultime tecnologie di estrazione e isolamento dei componenti della pianta che conta con innumerevoli elementi che ne fanno parte.
Il CBG non è il componente più popolare della canapa sativa, però lo si considera il precursore dei cannabinoidi (spesso chiamato il padre dei cannabinoidi), in quanto il CBGA (acido cannabigerolico) che è la forma acidica del CBG si modifica e desacidifica in presenza di calore (quando viene riscaldato) generando il CBG, CBD, THC e CBC cannabicromene (un altro cannabinoide).
Cos’è il CBG?
La canapa sativa contiene circa 540 sostanze chimiche, e a dir la verità non è lo stesso: la cannabis o canapa che la marijuana, in quanto la prima si riferisce a tutti i derivati della pianta cannabis sativa, mentre la seconda fa riferimento ai derivati della pianta contenenti il tetraidrocannabinolo (THC) con effetti psicotropici nelle persone.
Il cannabigerolo CBG è un fitocannabinoide del gruppo di componenti chimici della cannabis (composta da più di 100 cannabinoidi che sono stati scoperti finora oltre ai più conosciuti: CBD e THC) e sembra di avere un potenziale promettente.
Vale a dire che il cannabigerolo interessa molto particolarmente in quanto non psicotropico, a differenza del THC, e poi, alcune varietà della pianta sono ricche di questo componente, mentre in altre la percentuale di CBG arriva appena al 1% di proporzione stimata nella pianta.
Come agisce il CBG nel sistema endocannabinoide?
L’organismo è in grado di sviluppare i propri cannabinoidi, prodotti dal sistema endocannabinoide che regola l’omeostasi nel corpo (l’equilibrio tra l’organismo e le sue funzioni) composto da vari recettori tra cui il CB1 e CB2 che processano i fitocannabinoidi (cioè i cannabinoidi delle piante) e gli endocannabinoidi del corpo stesso.
Dato che i recettori CB1 del sistema endocannabinoide sono attivati dal CBG (ovvero cannabigerolo), hanno un impatto sul sistema nervoso centrale.
In poche parole, il CBG è in grado di ridurre alcuni dei sintomi del THC, l’ansia o la paranoia.
Per quanto riguarda i recettori CB2, è in fase di studio l’effetto del CBG su essi.
Insomma, se parliamo a livello chimico delle interazioni del CBD e CBG nell’organismo, sono due componenti antagonisti del THC, cioè, interrompono l’effetto psicotropico di quest’ultimo, e tra l’altro, non creano effetti secondari.
Uno dei vantaggi del CBG in confronto ad altri cannabinoidi (ad esempio il CBD) è il fatto che interagisce direttamente con i recettori CB1 e CB2 nell’organismo (una questione che è limitata per altri fitocannabinoidi), per cui ha un effetto più immediato nel sistema endocannabinoide.
Studi che dimostrano i possibili benefici del CBG
Benchè la ricerca sul CBG è limitata, alcune investigazioni appoggiano il fatto che questo fitocannabinoide della canapa possa avere certi benefici, tra cui:
- Antinfiammatorio. A quanto pare il CBG sembra di ridurre i problemi infiammatori (ad esempio, la sindrome dell’intestino infiammato) secondo uno studio svolto da Francesca Borrelli e altri nel 2013 sugli effetti benefici del cannabigerolo (studio sperimentale con topi)
- Trattamento del glaucoma. C’è evidenza scientifica che dimostra le possibilità di usare i cannabinoidi nel trattamento di questa malattia oculare, si tratta di uno studio in Polonia pubblicato da Krystyna Nadolska e Roman Go nel 2008
- Disfunzioni della vescica. Secondo uno studio dell’anno 2015 (svolto da Ester Pagano e altri) che ha analizzato l’azione di cinque diversi fitocannabinoidi non psicotropici sulla vescica (CBD cannabinolo, CBG, CBDV cannabidivarina, THCV tetraidrocannabivarina, CBC cannabicromene), si è dimostrato che il CBG cannabigerolo è stato il più efficace nel trattare questa condizione
- Proprietà neuroprotettive. C’è evidenza scientifica di studi sviluppati sui topi con malattie di Huntington (condizione ereditaria ove si evidenzia una notevole degenerazione dei neuroni in certe zone cerebrali) che hanno dimostrato la possibile efficacia del CBG nel trattare le condizioni neurodegenerative, secondo uno studio realizzato nel 2015, migliorando i deficit motori degli elementi studiati (esperimento animale con topi)
- Cancro di Colon. Il CBG probabilmente può essere associato alla riduzione delle cellule cancerogeni e certi tumori, secondo uno studio nel 2014 da Francesca Borrelli, Ester Pagano e altri in cui hanno analizzato l’efficacia del CBG nel proteggere contro la tumorigenesi di colon in topi affetti da cancro di colon
- Infezioni batteriche. Partendo dalla base di un’investigazione scientifica dello scorso anno 2020 da Maya A. Farha e altri sulle proprietà antibatteriche della cannabis, si è concluso che il CBG ha proprietà antibatteriche (ossia è un cannabinoide antibatterico) in speciale contro lo Staphylococcus aureus (MRSA, batterio resistente alla meticillina e che causa infezioni della pelle e dei tessuti molli). Grazie a questo studio si è rivelato l’enorme potenziale terapeutico dei cannabinoidi
- Perdita dell’appetito. A quanto pare, secondo uno studio sperimentale condotto su topi pubblicato nel 2016 (da Daniel Brierley e altri), il CBG potrebbe essere uno stimolante dell’appetito grazie alla sua affinità con varie strutture molecolari coinvolte nella regolazione dell’appetito. Questo è utile nell’aiutare le persone con certe condizioni speciali che provocano la perdita di peso (ad esempio malati di cancro o di HIV).
Sebbene questi studi scientifici (esperimenti condotti su topi) possano essere molto incoraggianti, bisogna precisare che non sono una conferma per quanto riguarda i benefici del CBG sulle persone, in quanto c’è ancora molta strada da percorrere per capire bene il meccanismo d’azione del CBG nell’organismo.
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- Oli CBG – Oasi della Canapa