A seguito del decreto sul CBD emanato dal Governo lo scorso 21 agosto in cui viene adottato un provvedimento che regolamenta le composizioni orali a base di CBD, estratto dalla Canapa. La domanda che si pongono in tanti è come influisce la normativa sui fiori di canapa?
Approfondiremo questo argomento nel nostro puntuale appuntamento.
Indice
Fiori di canapa cosa sono?
In primis, iniziamo con la definizione dei fiori di canapa. Conosciuti anche come fiori cbd o infiorescenze di canapa.
Si caratterizzano per la presenza di una percentuale irrisoria di THC, inferiore allo 0.2%, che viene contrastata da un alto contenuto del cannabidiolo CBD della pianta che annovera molte proprietà benefiche, in quanto funge da specie di riequilibratore.
La pianta femmina canapa, a differenza dell’esemplare maschio, è in grado di produrre le infiorescenze, che una volta raccolte, a seguito di un accurato procedimento di coltivazione e manutenzione, vengono essiccate e ulteriormente lavorate, per togliere altri residui (procedura questa conosciuta come concia).
Fiori di canapa: metodo di assunzione
Sono diversi i modi di assumere i fiori canapa, tra questi, si annoverano i seguenti:
- Fumare erba legale
- Tisana o infuso di cbd
- Vaporizzare canapa legale
Vale la pena ricordare che le infiorescenze di cannabis sativa essendo ricche di cbd vantano proprietà rilassanti e analgesiche, comprovate attraverso diversi studi scientifici a riguardo.
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Occorre fare attenzione al paese nel quale si prende atto di uno di questi metodi di consumo dei fiori di canapa, in quanto in certe nazioni è vietato il fumo di erba.
Specialmente in Italia, ci vuole una particolare attenzione su questo tema ed essere aggiornati continuamente in merito alla legalità dei derivati di canapa, poichè il governo di destra non fa altro che imporre nuovi divieti e veti sulla pianta di cannabis legale, di cui parleremo nelle prossime linee.
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Perciò bisogna informarsi bene per quanto riguarda l’assunzione cbd, per evitare di incappare in problemi legali.
Cosa dice il decreto sul CBD?
Come detto all’inizio, il Ministro della Salute Orazio Schillaci, in data 21 agosto 2023, ha dato prosieguo ad un decreto del precedente Ministro Roberto Speranza, tre anni fa e sospeso a meno di un mese dalla sua pubblicazione, nel quale inseriva le composizioni orali di cbd nell’elenco dei medicinali all’interno del testo unico sulle droghe.
In pratica si tratta di una vile stretta sulla cannabis legale, poiché il decreto sul cbd vieta la vendita senza ricetta medica da settembre 2023 di qualsiasi estratto di cbd a consumo orale, e questo interessa anche l’olio cbd.
Il che significa che questa sostanza, ovvero il cbd canapa, che tra l’altro non ha effetti psicotropi, viene inserita nella tabella di sostanze stupefacenti.
Il paradosso di questo decreto del Ministro Orazio Schillaci, è che va contro le raccomandazioni espresse dall’Organizzazione Mondiale della Salute, la quale attraverso una Commissione di esperti, nel 2017 ha dichiarato che occorre spostare l’attenzione e il controllo internazionale sulle preparazioni a base di cbd, in quanto è considerato un componente sicuro, privo di effetti psicotropi (questi sono associati esclusivamente al THC, non al CBD).
Ma non solo, anche la Corte di Giustizia dell’UE (CGUE) il 19 novembre 2020 ha definito che il CBD essendo una sostanza non stupefacente, la sua vendita non può essere vietata negli altri paesi membri dove viene prodotto, questo attraverso la sentenza C-663-18.
Tuttavia il Governo italiano ha deciso di andare contro le raccomandazioni di esperti del settore, e perfino ignorare il fatto che alla fine del 2020 la Commissione Stupefacenti delle Nazioni Unite, ha tolto la cannabis sativa legale e gli estratti derivati, dalla tabella IV della single convention sulle droghe e narcotici del 1961.
Bisogna chiarire che il decreto italiano sul cbd non intacca gli altri derivati di canapa, in particolar modo, i fiori cbd, che possono essere acquistati ancora presso i canapa shop online o nei punti di vendita fisici sparsi sul territorio.
Alla base di questo decreto sul cbd, il governo si giustifica argomentando che non si tratta di vietare la sostanza ma di regolamentarla, sapendo che considerandola come un medicinale, per via dei suoi effetti terapeutici, e permettendo la sua vendita esclusivamente presso le farmacie, non fa altro che danneggiare tutta la filiera della canapa, che si occupa della produzione e commercializzazione anche del cbd ad uso orale.
Quindi, inutile dire che la nuova stretta sulla canapa sativa legale, va contro lo sviluppo economico di questo settore, continuamente sotto l’occhio del governo.
Non è detto che poi in futuro questo divieto si estenda pure fino agli altri derivati di canapa, quali le infiorescenze, ovvero i fiori di canapa, che al momento non subiscono gli effetti di questo provvedimento, piuttosto assurdo contenuto nel decreto sul cbd pubblicato in Gazzetta ufficiale il 21 agosto 2023.
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Oasi della Canapa, La Redazione
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