La questione del limite di THC e delle percentuali di cannabidiolo (CBD) non è semplice da capire ed è resa ancora più confusa dal fatto che i laboratori di analisi usano metodologie diverse di rilevazione per cui i risultati sullo stesso prodotto possono mutare.
Il rapporto conosciuto per la Canapa è di circa 25:1: ciò significa che le infiorescenze che hanno una percentuale di THC dello 0,2% non potranno avere una percentuale di CBD maggiore a 5/7% circa. Quindi le infiorescenze con THC di circa 0,4% avranno un CBD di circa 10/14%.
Il rapporto CBD: THC ottimale varierà a seconda delle condizioni mediche e della tolleranza alla cannabis.
Come trovare il rapporto CBD: THC ottimale? Il rapporto 0:1 stimola l’appetito, riduce l’infiammazione e può apportare all’organismo umano effetti rilassanti e / o cerebrali.
Un rapporto 1: 3 tra CBD e THC minimizza gli effetti collaterali indesiderati del THC, producendo una sensazione di relax, di sollievo dallo stress e permettendo all’organismo umano di beneficiare di proprietà anti-infiammatorie.
Questo rapporto può agire come potente antidolorifico con conseguenti effetti benefici forniti dal CBD e dal THC.
Un rapporto 1:1 tra cannabidiolo e THC è considerato altamente efficace per alleviare il dolore, ansia, spasticità, fibromialgia, insonnia, nausea e stimolazione dell’appetito.
Questo rapporto consente di beneficiare di risultati promettenti e permette di alleviare i sintomi associati alla sclerosi multipla e può essere in grado di uccidere alcune cellule tumorali e di inibire la crescita tumorale.
Rapporti pari a 2: 1 o a 3: 1 possono combattere i disturbi autoimmuni, i problemi gastrointestinali come Crohn e colite, artrite e psoriasi.
Rapporti tra cannabidiolo e THC pari a 25: 1 o 1: 0 possono essere più efficaci per frenare l’ansia, la depressione, le convulsioni, la psicosi, il PTSD e le condizioni neurodegenerative come il morbo di Parkinson e la malattia di Huntington.
La cannabis può essere utilizzata come medicinale: i suoi effetti positivi sulla salute sono talmente noti e dimostrati dalla scienza, che possono apportare benefici ai malati cronici o ai pazienti affetti da depressione e ansia.