Ne il mondo al contrario come quello in cui stiamo vivendo ai giorni nostri, anche la pianta più controversa al mondo, la canapa, si è ritagliata uno spazio per fare delle riflessioni sul decreto CBD Italia che la riguardano in un momento di tensioni perenni dettate dalla guerra tra Israele e Palestina.
Le ultime notizie di oggi in Televisione
Capita sempre non appena accendiamo la TV per guardare il telegiornale e sapere cosa sta succedendo nel mondo, che le prime cose che vengono riportate sono le notizie che creano più scalpore naturalmente.
Ricordiamo nel 2020-2021, quando tutti i giorni non si parlava d’altro che di Covid19; poi nel 2022 l’impennata dell’inflazione e il caro bollette come conseguenza indiretta del conflitto Ucraina-Russia.
Nel 2023, quando già si intravedeva la voglia dei big media di creare allarmismo parlando dell’ennesima variante Covid19 in prossimità dell’inizio della stagione fredda in Italia e dei richiami per il vaccino per combattere il virus, all’improvviso non se ne è più parlato.
Il motivo? C’è un altro successo di dimensioni più grandi di cui occuparsi: la guerra tra Israele e Palestina e le possibili ripercussioni nell‘economia italiana, che non ha ancora recuperato dai danni causati dalle limitazioni imposte dal Coronavirus e dall’inflazione.
Decreto CBD 2023
Mentre in TV non si sentono quasi più notizie che riguardano il settore della Canapa, come ad esempio, quella in merito alla sospensione del decreto cbd, bloccato fino al 24 ottobre 2023 in attesa di una decisione finale sulla libera vendita di prodotti cbd uso orale, di cui si discuterà all’interno della Camera di Consiglio.
Neanche sul noto programma televisivo Le Iene, che solitamente trasmette servizi speciali che tendono a sviscerare delle vicende considerate ingiuste o sospette, di cui il Governo non parla, non hanno fatto ancora nessun servizio per far luce sulla manovra, finora fallita, del Ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha rispolverato un vecchio decreto dell’ex Ministro Roberto Speranza (emesso nel 2020 ed ormai archiviato a distanza di un mese dalla sua promulgazione in gazzetta ufficiale), che prevede la vendita di composizioni orali a base di CBD esclusivamente nelle farmacie autorizzate e non più nei cannabis shop o nelle erboristerie, alla luce della “errata” considerazione del cannabidiolo in questione come una sostanza stupefacente (quando al contrario è un componente attivo 100% sicuro e privo di effetti psicotropi) inserendolo nella sezione B della tabella dei medicinali, riferita al testo unico delle sostanze stupefacenti.
Addirittura l’ONU in data 2 dicembre 2020 ha rimosso la cannabis dall’elenco delle sostanze dannose.
In seguito, ricordiamo la trasmissione mandata in onda il 12 novembre 2021 su Italia1: Le Iene Cannabis, in occasione della mobilizzazione per la raccolta delle firme a favore del referendum sulla cannabis, che come sappiamo è stato bocciato dalla Corte Costituzionale.
La domanda che allora si facevano in tanti è perché è stato bocciato il referendum sulla cannabis? Stando a quanto riportato dalla stessa Corte, il motivo per il quale è stata respinta la richiesta sta nel fatto che essa includeva anche la legalizzazione delle droghe pesanti, come la cocaina e il papavero.
Dunque, quando si parla di CBD cannabidiolo, questo componente attivo della canapa non è e non deve essere “mai” considerato come una sostanza stupefacente, a differenza del THC, poiché non fa “sballare“, essendo privo di effetti psicoattivi.
Allora perché in Italia c’è ancora questa sorta di accanimento contro la canapa attraverso il decreto CBD? Se addirittura in passato degli esperti in sostanze stupefacenti conformato da un team di professionisti specializzati dell’OMS sono giunti alla conclusione di escludere il cannabidiolo dal controllo internazionale in quanto è una sostanza sicura (facendo riferimento alla raccomandazione dell’OMS del 14 dicembre 2017).
Dobbiamo ancora aspettare la decisione della Camera del Consiglio attesa per il 24 ottobre 2023 in merito al decreto cbd Italia sulla commercializzazione dell’olio cbd e dei prodotti a base di cbd uso orale nei canapa shop e nelle erboristerie, senza che sia appannaggio esclusivo delle farmacie.
👉 Leggi anche: L’olio cbd torna in vendita: ricorso al TAR sul decreto
Oasi della Canapa, La Redazione
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