Social Media e Cannabis. Proibizionismo o Concorrenza sleale?

I social media rappresentano una risorsa essenziale e utile per qualsiasi azienda o attività che vuole farsi conoscere nel settore e farsi trovare dai clienti, la presenza digitale ha un forte impatto sul successo che può avere il business, qualunche esso sia.

A quanto pare Instagram ha poca tolleranza verso l’industria della cannabis
È evidente che esiste un gran proibizionismo nel mondo digitale verso la Cannabis

Come ben sappiamo, i social aiutano a collegare le aziende con le persone, aumentano la visibilità del marchio e addirittura possono spingere i potenziali clienti a effettuare un acquisto e, in modo successivo aiutano ad aumentare le vendite, specialmente se si fanno sponsorizzazioni sui social.

Ma in tutto l’universo digitale c’è un settore in particolare le cui sponsorizzazioni sono vietate online, senza distinzioni di paesi: stiamo parlando delle aziende di cannabis e dei rivenditori di canapa legale in Italia e anche nel mondo intero.

Perché tutto questo accanimento delle piattaforme social contro la canapa? Stiamo parlando di un vero proibizionismo o di una concorrenza sleale? Cerchiamo di capirlo nell’articolo di oggi.

Le politiche anti-cannabis di Instagram e Facebook

A quanto pare Instagram ha poca tolleranza verso l’industria della cannabis, con una tendenza a disattivare o chiudere gli account che postano foto o contenuti sulla pianta più controversa al mondo (ma con tantissimi benefici) ma dov’è nato il problema? Secondo l’app, il postare contenuto del genere viola delle politiche di Instagram, ovvero le sue politiche anti-cannabis.

Come capita spesso, nonostante un account segua fedelmente le regole Instagram, semplicemente gli account che parlano sulla cannabis LEGALE spesso vengono penalizzati, il che si traduce in una minor visibilità e in alcuni casi meno follower o vendite.

Sono molti gli utenti tra cui aziende del settore che hanno a che fare con la pubblicazione di contenuto sulla cannabis sativa e i suoi prodotti derivati (del tutto legale) che si lamentano delle dure restrizioni di Instagram, che è a sua volta anche appartenente a Facebook (ovvero META, il suo nuovo nome). 

Il tutto rende ancora più difficile le possibilità delle attività che commercializzano la canapa o le aziende del settore di far conoscere alle persone di più sulla pianta delle meraviglie (la canapa sativa).

Le politiche delle piattaforme Instagram e Facebook ribadiscono che “nessun marchio può vendere o promuovere la vendita di droghe in nessuna pagina”.

A questo punto però bisogna fare una bella distinzione e chiarire una volta per tutte che la canapa non è una droga!

Magari è questo il problema di social media quale Facebook o Instagram che non hanno nessun fondamento scientifico che giustifichi le loro politiche, in quanto considerando la canapa come una droga è già un grosso errore.

Prendiamo come esempio paesi come il Canada, dove addirittura la canapa ad uso ricreativo è legale, un altro esempio sono i Paesi Bassi dove la vendita di prodotti derivati dalla canapa è tollerata e controllata dallo Stato, quindi se in vari paesi la commercializzazione di cannabis è legale e permessa, perché i social media mettono palletti tra le ruote? 

Scommetto a dire che gran parte delle persone che lavorano con la canapa: aziende di cannabis, agricoltori della canapa, rivenditori…ecc. hanno avuto almeno un account con restrizioni o nel peggiore dei casi: cancellato!

Social Media e Cannabis. Proibizionismo o concorrenza sleale?

Il proibizionismo dei social media nei confronti della canapa non riguarda soltanto Instagram e Facebook che hanno lo stesso proprietario: Mark Zuckerberg, ma si allarga e include social come YouTube che per il semplice fatto di condividere dei link che riportano a qualche prodotto o articolo sulla canapa procede con la cancellazione del video, ammonendo e a volte bloccando certi canali YouTube.

È evidente che esiste un gran proibizionismo nel mondo digitale verso la Cannabis, limitando la libertà d’espressione per quanto riguarda un tema che è stato molto controverso durante anni, ma che grazie alla ricerca scientifica vengono a gala le bontà di questa magnifica pianta che non nuoce ma che invece vanta una serie di benefici e proprietà comprovate da studi scientifici.

Si pensa che le piattaforme dei social media stiano utilizzando tecnologia avanzata, una specie di intelligenza artificiale, in grado di identificare certi tipi di immagini connesse alla canapa inclusi anche gli hashtag. 

C’è anche la possibilità che i competitor del settore pur di eliminare i loro “rivali” dal terreno e così essere loro a poter catturare più clienti, segnalano i contenuti degli altri account sulla canapa come “inappropriati” anche se non lo sono, ma per il semplice fatto di fare una “concorrenza sleale”.

Quindi ci porgiamo questa domanda: per quanto riguarda il social media e la cannabis:

C’è intolleranza fra gli utenti e i competitor, o c’è un vero proibizionismo dei social media nei confronti della canapa?

Cosa ne pensi? Fatti sentire nei commenti.

Per maggiori info non esitare nel contattarci tramite mail: info@oasidellacanapa.com o su WhatsApp: +39 333.2834310. Grazie della lettura!

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