Super Skunk: quali sono gli effetti ed i benefici?

Ritenuta una delle varietà di cannabis più note ed apprezzate di sempre, la Super Skunk nasce negli anni ’80.

E’ un mix di ceppi originari dal Messico, Afghanistan e Colombia, un incrocio tra canapa indica e sativa con prevalenza di indica.

Ha conquistato la prima edizione della Cannabis Cup, rappresenta una delle prime varietà di canapa liberamente commercializzate ed è diffusissima in tutto il globo.

Aroma inconfondibile, effetti benefici degni di nota.

Conosciamo meglio la skunk, ne vale la pena.

Super Skunk: caratteristiche della pianta

Questa varietà di marijuana è ibrida (un mix di Skunk 1 e afgana), dal sapore acidulo inconfondibile, dalla tinta verde scura (con tonalità arancioni o marroni) e dal sapore piacevole e delicato, con prevalenza di melograno e mirtillo.

Per l’80% è cannabis Indica, per il restante 20% è Sativa.

Ci mette un po’ più di tempo a fiorire (45-50 giorni) rispetto ad altre varietà, ma poi esplode in tutta la sua potenza e bellezza.

Questa pianta, dalle cime spesse, pungenti e molto folte, è caratterizzata da un’abbondante produzione di resina, foglie ampie, infiorescenze dense e compatte.

Emana un odore molto intenso ed è piuttosto generosa, con un’abbondante resa produttiva.

E’ di facile gestione, in termini di coltivazione, è una pianta alta, robusta, molto resistente alle temperature rigide e adattabile a qualsiasi condizione climatica.

La Skunk di qualità si riconosce da questi elementi:

– cime dense, compatte, molto resinose;

– capacità di espandersi con facilità dopo essere stata essiccata e macinata;

– odore pungente;

– sapore inconfondibile con sentori di fiori e arancia.

Super Skunk: effetti e benefici

Quali sono gli effetti e i benefici della Super Skunk su corpo e mente?

La lista è lunga, ecco una sintesi dei principali benefici psicofisici:

– combatte stress, ansia e crisi di panico;

– rilassa e dona benessere;

– migliora l’umore, l’entusiasmo;

– porta ad uno stato di euforia;

– contrasta la stanchezza;

– agisce contro nausea e vomito;

– è un antidolorifico naturale al 100% anche per le emicranie e i dolori mestruali;

– è un energizzante;

– favorisce il sonno rigenerando;

– contrasta i crampi.

Gli effetti, di solito, durano dalle 2 alle 3 ore dall’assunzione.

C’è da dire che l’azione di questa pianta, definita dispercettiva, amplifica le sensazioni e la percezione di ognuno di noi (dall’euforia alla tristezza).

Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante.

Tra i prodotti skunk supremi, ti ricordiamo:

Bloody Skunk Auto di Sweet Seeds, nata dall’incrocio tra Sweet Skunk Auto e Red Poison selezionato. Risultato: un ibrido Sativa/Indica autofiorente, una varietà dolce con un morbido aroma fruttato e note di agrumi, spezie piccanti, fiori e frutta matura;

Grape Skunk, incrocio tra Blueberry, Grapefruit e Skunk dall’inconfondibile aroma di uva e incenso;

– Skunk # 11, una leggenda della cannabis, una skunk premium, dal tradizionale aroma shiva, dal gusto Indica e di formaggio, dall’effetto anti-ansia e rilassante;

Sweet Skunk Auto, dall’effetto stimolante ed euforico ma anche rilassante, anti-stress;

– Big Skunk, varietà di semi di cannabis femminizzati Pure Seeds, pianta antidepressiva dal sapore di pesca gradevole e intenso;

New York Skunk, dal delizioso profumo pungente di diesel e pompelmo con pistilli di colore rosso accesso, ricca di resina;

Orange Bud, una delle varietà originali della famiglia Skunk, dal gusto forte e agrumato;

Amnesia Lemon, varietà di semi di cannabis femminizzata della banca olandese Barney’s Farm, un mix tra Skunk e Amnesia Haze dall’effetto stimolante e dal ricco sapore di limone;

– la nostra Italian Bud, varietà storica Skunk 100%, dal profumo che ricorda il luppolo di una birra IPA abbinato a fiori di sambuco e pompelmo, con sentore vegetale che richiama l’ortica e l’edera. Agrumato e floreale al punto giusto.

Fumare erba (light e non) è legale in Italia?

La legge italiana è molto severa in materia di sostanze stupefacenti: la semplice detenzione, se in un quantitativo sospetto, può far scattare severe sanzioni penali. Non costituisce reato il consumo personale, anche se si tratta di condotta comunque illecita, punita con sanzioni amministrative. Da qualche anno, la legge è intervenuta legalizzando la canapa a basso contenuto di principio attivo. Si tratta della famosa cannabis light con concentrazioni di THC inferiori allo 0,2%.

Il commercio e la produzione di tale varietà sono stati legalizzati in Italia dalla legge del 2 dicembre 2016, n.242.

In effetti, la legge in questione non fa alcuna menzione dell’uso ricreativo della cannabis light.

Sul punto, ci sono state tesi contrapposte: da una parte c’era chi sosteneva che la liceità della cannabis fosse circoscritta alla sua coltivazione e alla destinazione dei prodotti coltivati, entro i limiti stabiliti dalla legge sopra richiamata; dall’altra, c’era chi riteneva che qualsiasi utilizzo della canapa con Thc inferiore allo 0,6% dovesse ritenersi legale.

La Suprema Corte, nel 2019, con una pronuncia resa a Sezioni unite, ha sposato il primo orientamento, quello più restrittivo, ritenendo illegale il commercio al dettaglio di cannabis light, se non per i fini stabiliti dalla legge e visti nel paragrafo precedente.

Secondo le Sezioni Unite, la messa in commercio dei derivati della coltivazione della canapa light, costituiti da inflorescenze (marjuana) e da resina (hashish), continua ad essere sottoposta alla disciplina prevista per la droga.

In altre parole, è indispensabile che il giudice verifichi la concreta offensività della condotta, facendo riferimento non tanto alla percentuale di principio attivo, quanto all’idoneità della sostanza a produrre un effetto drogante.

Anche nel caso della commercializzazione di derivati della cannabis (inflorescenze, resina ecc.) che provengono dalla coltivazione lecita, e che quindi si caratterizzano per un basso contenuto di Thc, perché possa dirsi integrato il reato di spaccio bisognerà sempre valutare la concreta offensività delle singole condotte.

Così testualmente la Corte di Cassazione: «La commercializzazione al pubblico di cannabis sativa L. e, in particolare, di foglie, inflorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della predetta varietà di canapa, non rientra nell’ambito di applicabilità della l. n. 242 del 2016, che qualifica come lecita unicamente l’attività di coltivazione di canapa delle varietà ammesse […] e che elenca tassativamente i derivati dalla predetta coltivazione che possono essere commercializzati, sicché la cessione, la vendita e, in genere, la commercializzazione al pubblico dei derivati della coltivazione di cannabis sativa L., quali foglie, inflorescenze, olio, resina, sono condotte che integrano il reato di cui al D.P.R. n. 309 del 1990, art. 73, anche a fronte di un contenuto di THC inferiore ai valori indicati dalla l. n. 242 del 2016, art. 4, commi 5 e 7, salvo che tali derivati siano, in concreto, privi di ogni efficacia drogante o psicotropa, secondo il principio di offensività».

Fumare cannabis light prima di mettersi alla guida può far comunque incorrere nel reato, previsto dal Codice della strada, di guida sotto effetto di sostanze stupefacenti, se l’assunzione della suddetta canapa ha influito sulla capacità di guida del conducente.

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